Durza è uno Spettro apparentemente al servizio di Galbatorix ed è il primo personaggio a fare la sua comparsa in Eragon. È il principale antagonista con cui si scontra il cavaliere nel primo libro e viene sconfitto da quest'ultimo durante la battaglia del Farthen Dur.
Aspetto[]
Durza è alto e magro, con il fisico asciutto di un corridore, ha occhi e capelli rossi, pelle mortalmente pallida e denti affilati. Inoltre è dotato di abilità sovrumane: nel prologo di Eragon compie un salto di venti piedi atterrando agilmente davanti ad Arya e da prova di incredibile forza e agilità durante gli scontri con Eragon, sia a Gil'ead che durante la battaglia del Farthen Dur. Ha con sé una lunga spada pallida e sottile, con un graffio lungo la lama, procurato da Ajihad durante un duello con lo Spettro. Caratterialmente, Durza è arrogante, molto sicuro di sé e crudele.
Storia[]
Durante la battaglia del Farthen Dur, Eragon si scontra con Durza e riesce a penetrare per brevi momenti nella sua mente, cogliendo alcuni dei suoi ricordi: In origine egli si chiamava Carsaib ed era un abitante del deserto di Hadarac. Viveva con i suoi genitori insieme alla sua tribù nomade, ma poi il padre venne accusato di essere uno spergiuro e la sua famiglia venne scacciata. Entrambi i genitori morirono durante l'attacco di una banda di banditi e Carsaib venne salvato da Haeg, uno stregone che lo prese con sé e gli insegnò a controllare gli spiriti e a usare la magia. Tuttavia anche il maestro rimase ucciso in un agguato e Carsaib, accecato dal dolore e desideroso di vendetta, invocò degli Spiriti troppo potenti che non riuscì a controllare e presero possesso del suo corpo, trasformandolo in Durza lo Spettro. Non viene mai specificato cosa fece lo Spettro negli anni seguenti alla sua creazione, ma sicuramente era uno stregone molto capace quando si unì a Galbatorix. Infatti egli aiutò il re nero far schiudere Shruikan per lui e a piegare le menti di alcuni Eldunarí. Inoltre assume anche il controllo delle menti degli Urgali, costringendoli a servirlo. In Eragon riveste un ruolo particolarmente importante in quanto cerca di intercettare Arya e la sua scorta per sottrarre loro l'uovo di Saphira, ma fallisce nel suo intento e prende l'elfa prigioniera. Tornato a Gil'ead, la tortura con ogni mezzo, portandola sull'orlo della morte e della follia, ma Arya non rivela nulla. Murtagh lo colpisce tra gli occhi mentre aiuta Eragon a fuggire da Gil'ead e lo Spettro scompare. Non è specificato quanto tempo egli impieghi a rinascere, ma non deve essere più di pochi giorni perché partecipa attivamente alla Battaglia del Farthen Dur in qualità di comandante, guidando le truppe urgali che sono sotto il suo controllo sotto Isidar Mithrim, dove scavano una galleria. Sotto lo Zaffiro Stellato, Durza si scontra con Eragon e lo ferisce gravemente, tuttavia Arya infrange l'enorme pietra per creare un diversivo, lo Spettro si distrae e il cavaliere riesce a colpirlo al cuore e ad ucciderlo definitivamente. Al momento della sua morte sono descritti tre rivoli di tenebra che si staccano dal suo corpo, quindi è probabile che gli Spiriti invocati da Carsaib fossero tre. L'influenza di Durza non termina totalmente con la sua morte in quanto la ferita che ha inferto alla schiena di Eragon tormenterà il ragazzo per buona metà degli avvenimenti di Eldest.
La sua fedeltà a Galbatorix non è totalmente scontata, si possono cogliere vari indizi nel corso della lettura che suggeriscono una ribellione dello Spettro e una sua intenzione di prendere lui stesso il trono di Galbatorix:
1- Nel prologo viene detto che Durza aveva a lungo “complottato e sofferto per arrivare a quel momento”, cioè al possesso dell'uovo di Saphira. Certo, potrebbe averlo fatto al fianco di Galbatorix, ma perché non contro di lui?
2- Quando Eragon è a Gil'ead, sente Durza parlare con il capitano che sorveglia l'ingresso della sua cella. Il soldato cerca di impedirgli di entrare, perché quelli sono gli ordini del re, e lo Spettro risponde dicendo: “Mi occuperò io del re” e costringe il capitano a lasciarlo passare.
3- Poco prima di lasciare la cella del Cavaliere, Durza pronuncia una frase piuttosto ambigua: “Mentre sono via farai meglio a riflettere su chi hai intenzione di servire: un Cavaliere che ha tradito il tuo stesso ordine, o un mio simile, esperto in arti oscure, quando arriverà il momento di scegliere non ci saranno vie di mezzo”