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Oromis | |
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Descrizione fisica | |
Specie | Elfo |
Genere | Maschio |
Capelli | Argento |
Occhi | Sconosciuto |
Informazioni cronologiche e politiche | |
Drago | Glaedr |
Affiliazioni | Varden |
Famiglia | Sconosciuto |
Oromis è un personaggio dell Ciclo dell'Eredità il ciclo fantasy scritto e creato da Christopher Paolini.
Saggio e comprensivo, Oromis è maestro tra i Cavalieri dei draghi per moltissimi anni. Nato a Luthivíra, città distrutta della Foresta Bianca a ridosso del lago Tüdosten, fu condotto a 20 anni davanti alle uova dei draghi dove Glaedr, il drago dorato, lo scelse come suo Cavaliere. Dopo la fine del suo apprendistato ha viaggiato per più di 100 anni eseguendo gli ordini di Vrael e cercando di portare la pace tra le razze. Catturato dai due Rinnegati: Kialandì e Formora, Oromis è stato gravemente ferito tanto da riuscire a controllare solo gli incantesimi minori, e come ammette lui stesso ad Eragon gli resta ben poco da vivere a causa di una malattia della pelle. Fu maestro di Morzan e Brom. Fu anche uno degli anziani che negarono un altro drago a Galbatorix. Oromis scenderà in guerra per sostenere gli elfi durante l'assedio di Gil'ead alla fine di Brisingr (una volta finito l'apprendistato di Eragon), muore in battaglia a causa di Galbatorix, che (grazie ad un potente incantesimo) lo colpisce con Zar'roc attraverso Murtagh. Anche Glaedr poco dopo viene ucciso, ma continua a vivere nel suo cuore dei cuori in mano ad Eragon.
Capacità e poteri[]
Presentato ad Eragon come l'ultimo degli Antichi Cavalieri ancora in vita, Oromis è stato insieme al suo drago Glaedr uno dei cavalieri più potenti dell'antichità. E' capace di evocare moltissime magie; In Brisingr viene chiaramente mostrato che sa come evocare gli spiriti e scoprire il vero nome degli altri. È anche capace di teletrasportare oggetti e di tirare scherma in modo magistrale. Conosce Ellsméra e la Du Weldenvarden in modo profondo ed accurato. È uno degli elfi più importanti e politicamente influenti di Ellesméra. In Eldest, tiene verbalmente testa alla regina Islanzadi in merito all'esistenza di un altro cavaliere. La sua arma da combattimento, la spada bianca con gemma bronzea, Naegling che gli conferisce anche tutta l'energia di cui ha bisogno, dato che lui e Glaedr l'hanno immagazzinata nella gemma per oltre cent'anni.
Grandi combattimenti[]
Dato che Paolini ci fa conoscere Oromis alla fine della sua vita, la maggior parte delle sue gesta come cavaliere ci sono ignote. Alla fine del Terzo Libro, viene rivelato che i Cavalieri a tenere prigioniero Oromis erano due: Kialandì e Formora, responsabili anche delle sue ferite. Alla fine di Brisingr Oromis e Glaedr decidono di donare ad Eragon e Saphira l'Eldunarì di Glaedr per comunicare con lui in qualsiasi momento. Sicuramente l'ultima lotta degna di nota è quella con Castigo e Murtagh alla fine di Brisingr: dopo un lungo combattimento Oromis sta per sottomettere il giovane Cavaliere nemico: dichiara di poterlo uccidere in caso fosse impossibile catturarlo. Ma in seguito a una crisi causata dalla malattia e all'intervento magico dello stesso Galbatorix, Oromis finisce per perdere la spada, Naegling, riserva di tutte le sue energie. Colpito al termine della crisi da Murtagh, il vecchio elfo dopo una breve agonia muore.
La malattia[]
Già allenando Eragon, nel corso di Eldest, Oromis manifesta una menomazione fisica riguardante il controllo delle grandi quantità di energia, che gli preclude naturalmente l'uso di incantesimi maggiori per lunghi periodi. Non combattendo più da centinaia di anni, Oromis affronta questo problema con grande rassegnazione. Nel corso della storia apprendiamo di più riguardo il suo male: può controllarlo grazie al riposo e allo studio, non può tuttavia sottrarsi ad alcune fitte dolorose che, indipendentemente dall'uso di energia, lo attanagliano periodicamente. Come il suo Cavaliere, anche Glaedr soffre di una menomazione fisica, la mancanza di una zampa.
Altri nomi[]
Viene presentato all’inizio come Osthato Chetowa, cioè il saggio dolente e Togiro Ikonoka, cioè lo storpio che è sano, in evidente riferimento alla debilitante malattia che lo affligge. Viene spesso appellato come "Il Cavaliere Nascosto" o "L'ultimo degli Antichi". Oromis risale infatti a una generazione di elfi antecedente a Galbatorix e forse immediatamente successiva a Vrael, capo dell'ordine.
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